Il 4 e 5 Aprile 2019 Bologna ha ospitato la terza edizione dell’Adworld Experience e tra le diverse tematiche approfondite il colosso dell’e-commerce Amazon ha catturato il nostro interesse.
C’è innanzitutto un mito da sfatare: Amazon non è una democrazia e avere un account nel portale non comporta automaticamente il diritto a vendere, ci sono delle regole da seguire e performance da monitorare e ottimizzare quotidianamente.
Il core business su cui si basa l’azienda di Jeff Bezos è infatti la creazione dell’esperienza migliore in assoluto per il cliente: per questo tutte le logiche del marketplace sono tarate per premiare i venditori meritevoli e per escludere invece coloro che non rispettano le regole definite.
Vendere troppo poco, non avere margine, non avere la merce effettivamente disponibile, non rispondere tempestivamente ai clienti, non consegnare in tempo la merce, chiedere recensioni positive, barare con i codici EAN dei prodotti e non seguire le procedure in generale definite da Amazon sono solo alcune delle azioni che segnano negativamente il destino di un venditore sul marketplace.
Le metriche da tenere in considerazione sono molteplici e richiedono tempo, risorse e know how che devono essere destinati all’attività su Amazon. Da tenere sotto controllo è infatti l’andamento generale delle vendite, la presenza e quantità dei feedback positivi e negativi, le percentuali di rimborso da parte dei clienti, la competitività del prezzo, l’ottimizzazione della scheda prodotto e infine la valutazione generale complessiva della performance venditore.
Amazon costituisce sia una grande opportunità che una minaccia per le aziende che si approcciano a vendere nel marketplace. Innanzitutto, il venditore prima di attivarsi deve effettuare una valutazione preliminare dei costi fissi e variabili da sostenere per non trovarsi poi impreparato, deve essere a conoscenza di tutti i servizi di cui può usufruire come ad esempio la logistica gestita da Amazon stesso (FBA), e deve essere pronto a definire una strategia di comunicazione su cui investire attivamente.
I pro del marketplace sono diversi come la possibilità di acquisire visibilità online e di commercializzare i prodotti a livello internazionale, i contro sono costituiti dalle eventualità di conflitti di canale e di prezzo, nonché della necessità di controllare assiduamente i costi di gestione e di investire continuamente nell’attività di sponsorizzazione, promozione e ottimizzazione delle schede prodotto in modo strategico.
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