Nel 2022 circa un terzo dell'utile ante imposte delle maggiori WebSoft mondiali è tassato in paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 13,6 miliardi nel 2022 e di 50,7 miliardi cumulati nel quadriennio 2019-2022.
A fare chiarezza e mettere in luce questo scenario è Mediobanca attraverso l’indagine annuale svolta sui maggiori gruppi mondiali Software & Web.
L’analisi di Mediobanca
Lo studio analizza i dati dei primi nove mesi 2023 e del triennio 2019-2022 delle 25 maggiori WebSoft internazionali per ricavi, di cui 11 hanno sede negli Stati Uniti, dieci in Cina, due in Germania e una ciascuno in Giappone e Corea del Sud.
Sul podio del risparmio troviamo Tencent, Microsoft e Alphabet che nel quadriennio 2019-2022 sono riuscite a beneficiare di risparmi fiscali, rispettivamente, per €19,2mld, €12,3mld e €7,1mld.
Queste tre Big Tech rappresentano quindi oltre il 70% deicio fiscale totale.
Nel corso dell’indagine di Mediobanca è emerso come per i primi nove mesi del 2023, il fatturato dei maggiori operatori mondiali del WebSoft sia cresciuto del + 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra le migliori performance registrate dai servizi innovativi abbiamo: sharing mobility (+23,8%), attività di vendita di viaggi online (+20,4%), prestazioni di consegna a domicilio (+19,3%). Mentre tra i comparti con maggiore incidenza sul fatturato rimangono e-commerce (31%), pubblicità (23%) e cloud (16%).
Verso l’imposizione minima globale
Dopo un confronto durato anni, 139 paesi, membri dell’OCSE e del G20, hanno concordato sulla necessità di approvare una riforma fiscale globale, la Global Minimun Tax, basata su due pilastri:
- un nuovo sistema dei diritti di imposizione: è stato previsto per le grandi aziende con un fatturato sopra i 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10%, prima dell’applicazione delle tassazione, il pagamento delle imposte anche nei Paesi in cui operano e non solo dove hanno la sede legale. La convenzione è stata approvata dall’OCSE l’11 ottobre 2023.
- una tassazione minima effettiva pari ad almeno il 15% per i grandi gruppi multinazionali con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro per “ridurre le possibilità di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili”.
La situazione in Italia
La presenza in Italia di WebSoft avviene attraverso filiali dislocate prevalentemente nel Nord Italia: Milano e provincia ai primi posti.
L'aggregato delle controllate italiane ha un rappresentatività minima rispetto al totale mondiale delle WebSoft: nel 2022 il fatturato ha raggiunto i 9,3 miliardi di euro, impiegando oltre 26,4mila addetti. Rispetto al 2019 si calcolano oltre undicimila dipendenti in più, per lo più assunti dal Gruppo Amazon, che vanta il maggior numero di dipendenti in Italia (16.250 unità nel 2022).
Nel 2022 le controllate italiane dei colossi WebSoft hanno versato 162 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate, a fronte di un'aliquota fiscale effettiva del 28,3%.
Dal 1° gennaio 2024 è in arrivo anche nel nostro paese la Global Minimum Tax con l’imposta minima del 15% anche se va sottolineato come l’elusione fiscale delle maggiori WebSoft internazionali danneggi la competitività delle aziende e start up con sede in Italia che sono costrette a pagare completamente le tasse.
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