Il mondo dello sporto e della sua fruizione stanno radicalmente cambiando. È questo uno degli elementi che emerge dall’indagine condotta da Ipsos all’inizio del 2021, analisi che nell’insieme ci fornisce un’immagine nuova del pubblico sportivo.
Gli spettatori italiani, infatti, non si limitano più a seguire gli eventi in diretta TV ma ricercano i loro interessi e riversano la loro attenzione anche su piattaforme di streaming grazie alla loro maggiore flessibilità e varietà. Le generazioni più giovani – ovvero i Millenials e la Generazione Z – optano per contenuti di un formato diverso, più brevi ed “intensi” e, fattore centrale, anche e spesso al di fuori della durata e dell’arco temporale del singolo evento sportivo.
Inoltre, anche il mezzo utilizzato si è modificato radicalmente: il 70% degli italiani presi in esame ha dichiarato di guardare video sportivi su più di una piattaforma, e nel dettaglio la maggior parte del consumo di questi video avviene tramite smartphone.
Questa “rivoluzione” digitale ha avuto anche un’ulteriore conseguenza, ovvero quella di aprire il ventaglio di scelte possibili in un paese come l’Italia dove il calcio la fa da padrone, andando a mettere in luce anche sport di nicchia: sorprende, infatti, come trovino il loro spazio anche sport quali Formula 1, moto, basket e acquisti anche visibilità lo sport femminile nella sua totalità.
Dall’altro lato di questa medaglia, ovvero sul versante piattaforme, è Youtube – anche in questo caso – la prima scelta nella fascia di età 18-64 anni. Ed il perché è presto detto in quanto al suo interno è possibile ritrovare tutto ciò che ricerca questa nuova clientela: video brevi ma intensi, un archivio ineguagliabile e soprattutto format innovativi e di più facile fruizione dallo smartphone.
Tutto ciò porta ad una conseguenza decisiva per gli inserzionisti: per poter raggiungere questo nuovo pubblico è necessario cogliere ma soprattutto comprendere le opportunità messe a disposizione da questa piattaforma.
Tra queste spiccano senza alcun dubbio tanto la scala su cui è possibile misurare l’impatto del proprio advertising quanto la sua qualità. Andare a lavorare su una platea di fatto globale permette di avere un ventaglio di opportunità pressoché infinite ma con un pubblico coinvolto in maniera mirata. Tramite le piattaforme Google, infatti, è possibile andare a coinvolgere gli utenti sulla base dei loro interessi e abitudini in qualunque momento in base ai propri obiettivi.
Una nota a margine a sottolineare il legame sempre più stretto tra sport e mondo digital è rappresentata da una tendenza inversa, ovvero da come la stessa Google si stia muovendo sua sponte. Non è un caso, infatti, che tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 la casa del più diffuso motore di ricerca abbia acquisito la nota azienda americana Fitbit – madre degli omonimi tracciatori sportivi – con il chiaro intento di unire un hardware estremamente efficiente sul campo con i loro servizi software per dare una esperienza all’utente finale la più completa possibile.
Impostare una strategia media, dunque, che vada a cogliere questa opportunità è di fondamentale importanza per rimanere competitivi in un mondo che, al giorno d’oggi, vede l’essere competitivo andare di pari passo con la continua e sempre maggiore digitallizzazione del nostro quotidiano.
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